domenica 24 agosto 2008

IL MILK ESPRIME LA PROPRIA VICINANZA E LE PIÚ SENTITE CONDOGLIANZE AI PARENTI, AGLI AMICI E AI CONOSCENTI DELLA FAMIGLIA RISO-CHARILAS (COMPOSTA DA DOMENICO RISO, PIERRICK CHARILAS E DA LORO FIGLIO ETHAN), TRAGICAMENTE DEFUNTI NELLA SCIAGURA AEREA OCCORSA ALL'AEROPORTO DI MADRID BARAJAS.


Nonostante l'esecrabile atteggiamento mantenuto da larga parte della stampa italiana nell'evitare di informare la cittadinanza della scomparsa del nucleo familiare, non possiamo esimerci dal dichiarare la nostra vicinanza nel cordoglio ai parenti e agli amici dei due coniugi scomparsi e del loro figlioletto.

Riteniamo il comportamento dei media (in specie della testata La Repubblica e del suo giornalista Francesco Merlo) assolutamente vergognoso e ignobile.

Chiediamo alle famiglie Riso e Charilas e alla famiglia della madre biologica del bimbo di accettare le nostre più sentite condoglianze. Ci associamo a pieno titolo e ci permettiamo di sottoscrivere la lettera qui sotto riportata; nel contempo, in segno di lutto, il nostro blog non pubblicherà nuovi post sino ad esequie avvenute.

MILK MILANO


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Il dolore per la scomparsa di un giovane uomo in modo cosi assurdo richiede sempre il massimo rispetto e la capacità di fare un passo indietro, di coltivare il silenzio come atteggiamento adeguato e rispettoso. Ci abbiamo provato per due giorni e abbiamo mantenuto, nonostante la drammaticità dell’accaduto, l’adeguata distanza di chi non è in prima persona coinvolto. Ma i servizi tv e la rassegna stampa di ieri e di oggi ci hanno ancora una volta indignato.La vita di Domenico Riso è stata avvolta da una cortina fumogena tragicamente ridicola, e ci siamo chieste e chiesti, quando in questo paese si avrà il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome, quando un gay siciliano che è emigrato, si è costruito una vita nuova, una propria famiglia, potrà ottenere il rispetto dovuto almeno dopo morto. E’ possibile che la sua famiglia completamente distrutta in un tragico incidente non sia uccisa una seconda volta dall’ipocrisia, dall’omissione, dal perbenismo? E’ dovere, per chi dovrebbe informare correttamente, dare conto di una storia che purtroppo è stata bruscamente interrotta, e che propone una riflessione ampia sulla condizione di milioni di gay e lesbiche in questo paese.Un tempo, evidentemente non ancora troppo lontano, quando ci si riferiva all’omosessualità si parlava “dell’amore che non osa dire il suo nome”. E oggi? Siamo ancora lì?Quando la vita delle persone omosessuali non sarà più cancellata o trattata sui mass media solo nei casi di cronaca nera o nei pezzi di colore?Vogliamo salutare a nostro modo Domenico, cui ci sentiamo legate e legati da un sentimento di fraternità e di sorellanza: la sua pur breve vita è la testimonianza di una ferrea volontà di non rinunciare a se stesso, di combattere la sua personale battaglia per la felicità, che in questo paese c’è ottusamente negata. Per lui e per tante e tanti, figlie e figli, amici ed amiche, continueremo a lavorare affinché anche nel vuoto della scomparsa, non sia mai più negata la realtà della famiglia omosessuale.

Andrea Benedino (Gay Pd), Paola Concia (Deputata Pd), Rita De Santis (Presidente Agedo), Riccardo Gottardi (Segretario Arcigay), Cristina Gramolini (Segretaria Arcilesbica), Franco Grillini (Presidente Gaynet), Giuseppina La Delfa (Presidente Famiglie Arcobaleno), Aurelio Mancuso (Presidente Arcigay), Paolo Patané (Arcigay Sicilia), Francesca Polo (Presidente Arcilesbica), Sergio Rovasio (Presidente Certi Diritti Radicali), Agata Ruscica (Arcigay Sicilia). Il Circolo di cultura omosessuale "Harvey Milk" (Milano) sottoscrive.

venerdì 22 agosto 2008

Come ti vendo il formaggio


In questi torridi giorni d’estate uno snack leggero non dispiace mai, ma per far venire ancora di più l’acquolina in bocca e spingere le casalinghe più indecise a divenire fide clienti, la Kraft ha aperto un sito dove sponsorizzare il proprio "Philadelphia Light" con tanto di avvenente ragazzo immagine, chiamato - non a caso - Phil, ben disposto a lanciarsi in una chiacchierata virtuale con i navigatori e papabili clienti di passaggio (www.primavoltaconphil.it: un indirizzo web, un programma...).

Appena la pagina è caricata, infatti, il bonazzo è pronto a ricordarmi che “proprio tu potresti essere la donna che sto cercando”. Attratto da una tanto seduttiva promozione, mi lascio convincere e accedo: Phil è lì ad aspettarmi davanti ad un balcone bianco come la sua camicia, affacciato su un mare cristallino. Una volta inserito il mio nome di fantasia, formaggino82, scelgo come avatar un paio di infradito, che fa tanto gay, e inizio la chattata. Purtroppo il nick non riesce a chiarire le idee a questo ragazzone tanto carino ma più stupido di Doretta, segretaria perfetta di Messenger: Phil continua, a prescindere, a credermi una donna. Nonostante cerchi velatamente di fargli capire che sono gay, non c'è niente da fare, lui mi risponde che sta cercando la donna ideale e mi invita a conoscerlo meglio.

Per onestà, prima di iniziare a fare amicizia decido di dichiarare palesemente il mio genere maschile... al che lui mi chiede se mi piace lo stesso. Fantastico, un bisex! Alla mia risposta affermativa, oltretutto, il manzo risponde che "io non mi preoccuperei più di tanto di questo", e quindi penso: forse è disposto ad una relazione seria anche con un uomo... è fatta! Per di più, continuando a corteggiarmi, il cefalone mi dice anche che sono "una poetessa"...: che cavaliere! Subito dopo, però, il fellone prova il tradimento e mi invita a presentargli la mia ragazza, confermandomi il fatto che gli uomini sono tutti uguali, anche se mangiano voluttuosamente Philadelphia Light leccandosi le dita sporche di formaggio appena passate sui capezzoli.

Comunque sia, se il tipo mi vuole chiamare al femminile, faccia pure, mi pensi anche donna, a me va bene. Abituato ai peggio locali gay di Caracas, passo all’attacco cliccando sull’opzione “Conquista Phil”. Si apre così una finestra di questionario in cui lo sporcaccione mi chiede subito subito dov’è il posto più strano dove ho mangiato Philadelphia: "in camera da letto" rispondo io. Nicchiando, lo strafigo si dimostra interessato e, sfoggiando una logica degna di un uccellino di un orologio a cucù, domanda come io preferisca passare le vacanze: tra le diverse opzioni scelgo, ovviamente, “Commentare con le altre ragazze l’aspetto di ogni ragazzo che passa per la spiaggia”. Phil sembra soddisfatto ed inizia a sbottonarsi la camicia (!), passando a chiedermi cosa sia solito fare per intrattenere un ospite inaspettato. Chiaramente, da buona casalinga disperata, non posso che preparare tanti piatti fatti con il formaggio della sua ditta! Notevolmente colpito, Phil continua a denudarsi, mostrando il suo fisico scultoreo.

Ormai cotto, Phil si mette virilmente a petto nudo quando viene a conoscenza del mio desiderio di “iscrivermi a Miss Gambe Molto Abbronzate”. Col procedere delle domande, Phil si slaccia i pantaloni iniziando a mostrarmi il bordo delle mutande, bianchissime. Deciso ad andare fino in fondo, rispondo alla sua domanda in merito al mio "giorno di vacanza tipo": mi sveglio, e mi dedico devotamente alla manomissione dei tubi dei miei lavandini onde attendere smaniosamente l'arrivo di un avvenente idraulico. Phil, in preda al furore ormonale, si toglie i pantaloni e rimane in mutande. "Cosa faresti per conoscere meglio il tuo nuovo vicino?", chiede il vizioso ometto: "Mi piacerebbe bloccarlo in ascensore" rispondo io. Lui si passa la mano negli slip, ma, ovviamente, non se li toglie. Il questionario è ormai finito, e mi è chiaro che quel che Phil vuole da me non è tanto una donna, ma un oggetto da usare, e che il furbetto non è aperto ad una relazione impegnativa. Che fare? Affogherò il dispiacere di quest’attrazione non corrisposta in un grissino ricoperto di burroso Philadelphia light. Tié.

mercoledì 20 agosto 2008

Io leggo: Gea e Sigfrido detto "l'orca"

Gea è il personaggio protagonista dell'omonimo fumetto edito da Sergio Bonelli e creato da Luca Enoch, uno dei pochi autori italiani in grado di idearne, sceneggiarne e disegnarne uno interamente da solo. Il fumetto è composto da 18 episodi, usciti con cadenza semestrale tra il 1999 e il 2007.
Gea è un’adolescente apparentemente normale: frequenta un liceo pubblico, segue un corso di Kendo e suona il basso in una band. Quando capita, estrae dal basso una spada e cerca di contrastare creature che tentano intrusioni nel mondo degli umani: la ragazza è infatti un “baluardo”, cioè fa parte di una elite combattente che esiste da sempre e cerca di preservare l’equilibrio della Terra, da sempre minacciato da creature di altre dimensioni (in particolare dalla genia detta dei “demoni”).
Il punto forte di questo fumetto è che, attraverso un viaggio nelle mitologie e nei simboli dell’antichità, propone tematiche estremamente attuali: i migranti, l’integrazione, la diversità e infine – soprattutto – la guerra. Questi “intrusi” nella nostra dimensione, infatti, sono quasi sempre figure tragiche, costrette a fuggire da un mondo in declino e male accolte sul nostro piano d’esistenza. Oppure, come capirà Gea, hanno ragioni storiche e profondamente identitarie per tentarne la conquista della Terra.
Enoch tratta quindi della diversità e delle varie reazioni dell’uomo di fronte a questa. Come Gea e il lettore dovranno imparare anche “il nemico” ha le proprie ragioni d’agire e d’essere.
Enoch tuttavia non si limita ad analizzare la diversità dei migranti ma parla anche di differenze religiose (il capo della polizia è musulmano), di abilità (Leonardo, l’amico “con privilegi” di Gea è su una sedia a rotelle) e di orientamento sessuale. E qui arriviamo al punto che ci interessa.
Da subito, infatti, facciamo la conoscenza di uno dei personaggi gay più simpatici e positivi che io abbia mai incontrato non solo nella letteratura ma anche nella vita reale: Sigfrido. Capelli rossi, giocatore di hockey, studente di medicina e dichiaratamente “orso”, è amico di Gea nonché trainer di Leonardo. Sigfrido ha un ruolo secondario nell’economia del racconto e spesso è protagonista di scene che hanno la funzione di sdrammatizzare la trama dell’albo.
Caratteristica di Enoch è sempre stata quella di creare personaggi che, nella loro psicologia e nelle loro azioni, sono ben poco “letterari”: il successo di Gea sta molto probabilmente nell’equilibrio tra storia fantastica e personaggi estremamente reali, nei quali molti possono identificarsi.
Sigfrido non fa eccezione: è uno dei personaggi omosessuali più veri, meglio caratterizzati e meno stereotipati del fumetto italiano e della stampa d'intrattenimento in generale (sia che abbiano l’immagine defilippiana del gay nostrano o quella di certi personaggi di Will e Grace).
Così Gea, che va più che altro letto per la sua freschezza e per la profondità delle tematiche generali offerte, ci dà il piacere di incontrare un personaggio gay per niente stereotipato e fuori dagli schemi. Soprattutto fuori dagli schemi gay.
Se voleste approfondire, potere recuperare il numero di Pride del Marzo 2007, dove compare un'intervista dove Enoch parla proprio di Sigfrido.

Tutte le immagini di questo post sono tratte dai fumetti editi da Sergio Bonelli editore.

lunedì 18 agosto 2008

Anche Foscolo cambia idea

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia…
(A Zacinto – Ugo Foscolo)

Quando si dice che la letteratura insegna a vivere, ci si sbaglia. Ma forse, se quel vivere diventasse ridere, allora una parte di verità ci potrebbe anche essere. Non penso che Foscolo fosse un uomo facile al pentimento: il carattere forte dei suoi scritti e il piglio deciso che traspare dai ritratti mi fanno pensare più al contrario. Ma forse la realtà odierna gli avrebbe fatto cambiare idea... Questa realtà, quanto meno:

Grecia, una gara di sesso orale: nove prostitute arrestate. Le donne erano in vacanza sull'isola di Zacinto Sono state pagate per partecipare alla competizione ATENE - L'isola che diede i natali al celebre poeta Ugo Foscolo è ancora fonte di ispirazione. Si tratta sempre di amorosi sensi, ma non in corrispondenza. Non c'è nulla di trascendentale, infatti, in quello che è accaduto lo scorso fine settimana nella tranquilla isola greca. Nove prostitute inglesi sono state arrestate per comportamenti osceni dopo aver preso parte ad una competizione di sesso orale. (da Repubblica.it)

Foscolo, italiano di padre, scelse la Grecia come patria d’elezione: era il suo mondo, quello dei classici e delle muse. Ognuno di noi ha un luogo che sente proprio, nel quale crede e si rispecchia: per il poeta la terra materna era l’isola di Zacinto. Gli piacevano le limpide nubi e le fronde, insomma... Ma quella era una terra negata, quella a cui mai avrebbe fatto ritorno, la patria di un esule. Rammaricato dell’impossibile ricongiungimento, Foscolo le dedicò un sonetto. Era il 1803.

Le cose cambiano. Oggi per tutta Zacinto risuona un grido: “tremate, tremate: le baccanti son tornate!”. Non è Omero il responsabile, nossignori. Erano in nove, turiste e curiose, dedite al mestiere più antico del mondo. Sfidate a dimostrare la loro deontologia professionale, non si sono tirate indietro: una gara di sesso orale, senza esclusione di colpi.

Peccato solo per il retrogusto... Ma cosa avete capito?! Parlavo dell’arresto per atti osceni! A questo punto sorge il dubbio: ora che da patria d’elezione passa alla cronaca per altro, Foscolo la rimpiangerebbe ancora, la sua Zante? Siamo certi che solo gli stupidi non cambino idea, ma la mamma è pur sempre la mamma… chissà.

Parole: Ugo Foscolo – Sonetti

Note: Bocca di rosa, De Andrè

venerdì 15 agosto 2008

Filmato Fucking Ben Affleck

Sarah Silverman, comica americana, dopo essere stata lasciata dal fidanzato Jimmy ha deciso di vendicarsi realizzando una canzone e un video dal titolo "I'm Fucking Matt Damon"(cioè vado a letto con Matt Damon).
Jimmi Kimmel, comico e presentatore di talk-show, ha visto il filmato e gli è piaciuto talentane tanto da realizzarne un altro di "risposta" dal titolo "Jimmy Kimmel is Fucking Ben Affleck" a cui hanno partecipato una vagonata di star: Robin Williams, Don Cheadle, Harrison Ford, Brad Pitt, Cameron Diaz, Christina Applegate, Rebecca Romijn, Benji Madden, Joel Madden, Dicky Barrett, Christopher Mintz-Plasse aka Mclovin, Lance Bass, Dominic Monaghan, Meatloaf, Pete Wentz, Joan Jett, Huey Lewis, Perry Farrell, Macy Gray e Josh Groban, con tanto di finale alla "We Are The World".
Un piccolo gioiello camp che vogliamo proporre ai nostri amici del blog per il lungo week-end di ferragosto.

martedì 12 agosto 2008

ROSA PULCHRA EST


Capita spesso, quando faccio ripetizioni di Latino, di scontrarmi con le peggiori volgarità grammaticali di una generazione di poveri diavoli, educati alla lingua "del bel sì" dalla televisione. Purtroppo l'Italiano è entrato nelle orecchie di quei teneri fanciulli dagli sgangherati opercoli fonatorii dei VJ, dei Tronisti e delle Veline. Accettiamone quindi le conseguenze.

La norma prevede ormai che gli studenti, indomite creature, non sbaglino più i congiuntivi semplicemente perché, non conoscendo i modi verbali, usan solo l'indicativo. Consecutio modorum e consecutio temporum italiane sono bandite dalla loro parlata. Mi consola il fatto che almeno riescano a concordare nella propria lingua madre genere e numero, evitando quindi di tradurmi il fatidico "Rosa pulchra est" con "La rose è bellissimi".

Capita, d'estate, di svegliarmi prestissimo la mattina, e di recarmi al bar a prendere un caffè per dare una scorsa veloce alle notizie riportate dai principali quotidiani. E capita spesso (è agghiacciante) di scoprire che per l'ennesima volta, una trans è stata ammazzata come un cane, vittima di un brutale omicidio. Capita spesso, ancora, che l'Italia faccia finta di indignarsi davanti ad un cadavere spettacolarizzato, dimentica di aver destinato quel corpo alla prostituzione negando a quella ragazza un lavoro, di non aver fatto nulla per evitarle le umiliazioni inflitte dagli ignoranti che non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire affrontare un percorso difficile quale la transizione, ecc.

Di solito queste cose mi turbano parecchio. Stavolta invece ho provato una rabbia violenta proprio leggendo i giornali: "La vittima è un transessuale che giorni fa sarebbe stato caricato...", "Lo hanno sequestrato, preso a pugni e violentato...", "La fine atroce del trans Samantha...", "Il fatto che il brasiliano non sia stato ucciso per un raptus...", "Il trans, in arte Samantha...". IN ARTE???

Mi son chiesto perché testate così prestigiose, ogni volta che una trans diviene tristemente oggetto di cronaca, consentono di scrivere sulle loro pagine a degli illetterati che a causa della propria incompetenza rendono ancora più amara la tragica morte di questa sventurata vittima. Non sanno forse (o non vogliono?!) costoro congiungere correttamente il genere di un aggettivo, di articolo e di un sostantivo? Sono in grado di riuscirci i miei studentelli: una donna, in Italiano, sia essa biologica o trans, è linguisticamente di genere femminile. Si dice infatti: le infermiere sono esperte, mia mamma è una scassapalle, una signorina cammina sola, il sindaco è una dottoressa di ricerca. Nessuno si permetterebbe mai di scrivere "La regina Maria Antonietta è noto per esser stato un poco virtuoso amante delle brioches": sarebbe ridicolo. Nel caso della povera Samantha, la cosa non è ridicola, è tragica. Come è possibile lasciar impunemente descrivere a proprio piacere le nostre realtà a persone che evidentemente hanno gravi carenze cognitive e, quindi, professionali? Sì, cari miei, è lecito parlare di "carenze professionali", a mio giudizio, poiché se questo sistematico "errore" è frutto di una scarsa preparazione linguistica, allora il giornalista va licenziato; se invece vi è malafede nel comunicare un fatto, allora quel giornalista andrebbe deferito all'ordine, poiché ha infranto il principio di una comunicazione veritiera, esatta e oggettiva nei limiti del possibile. Lo si fa per cose meno importanti di una vita umana: figuriamoci qui.

Temo che nell'attesa e nella speranza che finalmente l'Italia diventi un paese civile approvando una legge sulla cosiddetta "piccola soluzione", non ci resti che sperare in un po' di buon senso da parte dei giornalisti. Ma, diamine, non sembra difficile... lo san tutti: "Rosa pulchra est" si traduce "La rosa è bella", a prescindere da quale sia (sulla carta di identità) il nome di quella rosa che sta fiorendo.

lunedì 11 agosto 2008

Lasciatemi sperare


No, non sparare: spe-ra-re. Non voglio il porto d’armi, sarei pericoloso: più per me che per gli altri. Voglio sperare, perché la speranza è l’ultima a morire, e forse la prima a sorgere. La mia speranza è vana ma forte: oggi più che mai mi piacerebbe credere che la Valle d’Aosta fosse davvero una regione a statuto speciale.

Territorio splendido, tra montagne e valli, la Vallée è come il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia e il Trentino: una regione a statuto speciale, l’articolo 116 della Costituzione parla chiaro. Su questo la legge mi da ragione, almeno lei. È un inizio.

Da cosa nasce questo mio desiderio? Amo quelle terre e sono felice che abbiano un trattamento di favore, ma non è questo che ora mi stanno a cuore. Il mio sogno di autonomia dal resto della penisola nasce da Luciano Caveri, ex presidente della regione e ora consigliere regionale, che sulle pagine di “Le Peuple Valdotain” (organo dell’Union Valdotaine) ha sentito l’esigenza di smentire le voci calunniose sulla sua presunta omosessualità: “Mi spiace dover farlo in pubblico, ma devo dire che nella mia vita non ho mai avuto dei rapporti con persone del mio stesso sesso”. Caveri ha rivendicato a Repubblica la propria natura di “gran figaiolo” nel pieno rispetto della moglie: "non vorrei però urtare la suscettibilità di mia moglie. Ho moglie e figli a cui tengo molto". Fin qui scelta legittima (?), opinabile magari in termine di stile.

Se non che Caveri specifica di aver fatto questo exploit per un motivo chiaro: respingere quello che egli ha definito “un tentativo degli avversari politici di infangarmi”. Venir additati come finocchi è infatti “una diceria che fa male” anche “facendo salvo il rispetto che porto a chi sente di essere diverso”, poiché egli ha “combattuto una vita per la tutela delle minoranze”, e quindi “figuriamoci se da me può mai venire anche un alito di riprovazione”. Ecco fatto.

Fatemi quindi sperare che la Valle d’Aosta sia a statuto speciale, quindi, e che queste cose succedano solo tra le valli lungi dal resto della nazione: che l’onorabilità non dipenda dal proprio orientamento sessuale, che omosessualità sia solo qui e non altrove sinonimo di insulto, calunnia, spergiuro.

Prendiamo esempio dalla Valle d’Aosta, non dall’episodio di cronaca ma dal suo statuto autonomo, cogliendo l’invito tutto dantesco a perseguire “virtute e conoscenza” in consapevolezza, responsabilità e autonomia (appunto), senza mai perdere la speranza. Non me ne vogliano l’Ulisse condannato e i valdostani incolpevoli. Ad entrambi va il mio saluto.

Parole: A scuola di libertà. Formazione e pensiero autonomo – Mortari

Note: Montagnes Valdotaines, inno valdostano

Link di riferimento

http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/aosta-smentita-gay/caveri-calunniato/caveri-calunniato.html

venerdì 8 agosto 2008

UN HAPPY MEAL PECCAMINOSO..

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Premessa a te, o lettore, che ti approcci al mio post, se pensi di trovare un intervento serio e ben strutturato, scappa prima che sia troppo tardi: le mie parole sono ironiche e malsane come i panini di McDonald’s.

Niente è più etero di un hamburger con le patate: un solo boccone è capace di risvegliare “lo spirto guerrier ch’entro ci rugge”, i primordiali moti dell’animo a lungo sopiti, quelle reazioni talmente virili e rudi (rutti e peti) da far impallidire non solo la più raffinata delle ballerine di danza classica, ma anche il più marcio degli scaricatori di porto.
Eppure, anche questo ultimo straccio di virilità deve ora affrontare la minaccia finocchia! E non sto parlando di un condimento da aggiungere al panino insieme ai cetriolini e al ketchup...

McDonald’s ha scelto di supportare la causa omosessuale, appoggiando anche i matrimoni gay, invece di restare neutrale, e così l’AFA (American Family Association) ha deciso di punirlo col boicottaggio, dato che - è risaputo - le grandi imprese non devono pronunciarsi in merito a questioni culturali, soprattutto se si tratta di aziende aventi a che fare con il soddisfacimento delle buie viscere, che di aulico hanno ben poco.
Signori, quale seria minaccia! Al Mondo c’è qualcuno che oltre a pensare che la mattina ci svegliamo in un letto di piume di struzzo (sulle note di Hot Stuff e vestiti di un solo tanga, ovviamente) teme anche che noi si miri a sposarci nei fast-food, dato che né in chiesa né in comune ci è stato concesso!

L’AFA è, d’altra parte, una associazione famosa per due cose: il suo amore sviscerato verso i gay e la natura specifica delle proprie battaglie, che (per scelta) valgono la pena di essere combattute solo se particolarmente ridicole. Pensiamo ad esempio al boicottaggio contro la Walt Disney, rea di aver propinato ai pargoli dell'universo mondo un modello di vita omosessuale. Nei miei ricordi di bambino Topolino continua a frequentarsi platonicamente con Minny, Paperino con Paperina, e Zio Paperone sfugge con costanza dalle pesanti avances di Brigitta, poiché ad una certa età non si può cedere agli sconvenienti doni dell’amore... Nei miei ricordi, la sirenetta Ariel è sempre una femminuccia innamorata di un principe, e il Re Tritone un distinto signore ultraconservatore. Cosa poi ci sia di gay in Pochaontas (100% donna), o in Tarzan, ancora mi sfugge...

Ad ogni modo, invece di manifestare contro McDonald’s per la sua cucina non propriamente sana, in un paese in cui un individuo su tre è obeso, per essere meno scontata l’AFA scende in campo per punire la catena di fast food in quanto colpevole non solo di aver le mani sporche di olio stantio, ma anche di aver inficiato l'aria delle proprie cucine col miasma del Peccato.
Probabilmente, così come l'AFA pensava che Timon e Pumbaa de Il Re Leone fossero una coppia di fatto velata, che i topolini di Cenerentola altro non fossero che gay stilisti e modaioli, o che le feste organizzate dal granchio Sebastian fossero dei gay pride mascherati da fish pride, ora trema al solo pensiero che Ronald McDonald (il pagliaccio mascotte del fast food) possa celebrare matrimoni gay tra un Happy meal e l’altro.

Se queste son le premesse e se l'AFA è sul serio seguita da qualcuno, io proporrei di usare queste fobie per spingere l’uomo a liberarsi di alcuni dei suoi vizi più nocivi, quali il fumo: facciamoci finanziare dalle più importanti marche di sigarette e spingeremo migliaia di persone a smettere di fumare sostituendo alle solite targhette stile “Il fumo nuoce a te e a chi ti sta intorno” la frase “Il fumo non solo nuoce a te e a chi ti sta intorno, ma permette ai finocchi di sposarsi.”

mercoledì 6 agosto 2008

"Matador" e "Synchronicity": dopo "High School Musical", la Disney diventa sempre più “simpatizzante”.

Certo... abbinare la Disney, leader mondiale nell’intrattenimento delle famiglie "tradizionali", e il mondo omosessuale, ad alcuni può sembrare una forzatura. Eppure anche nella lunga storia dello studio di animazione non sono mancati richiami al mondo queer e collaborazioni con artisti omosessuali. La tendenza è oggi più forte che mai. Se i personaggi dei cartoon Warner Bros (seguiti quasi cinquant’anni dopo da Roger Rabbit) sbaciucchiavano i “colleghi” e si vestivano da donna più per far ridere che per dar scandalo, anche la scuderia disneyana ci aveva messo del suo con personaggi quali l’ormai dimenticato Drago Recalcitrante, che secondo lo storico dell'animazione John Canemaker trae ispirazione dagli “stereotipi sui dandy ottocenteschi”, o con i più moderni Timon e Pumbaa, le cui voci originali (Ernie Sabella e Nathan Lane) fecero coming out durante i festeggiamenti per l’uscita del film, per finire con i recenti Jumba e Pleakley di “Lilo & Stitch”, personaggi che si vestono da donna e si fingono una coppia.

Se questi sono dei semplici richiami, mai apertamente confessati, la Disney ha fatto passi più decisi. schierandosi istituzionalmente a favore del mondo GLBT ospitando annualmente nei diversi parchi un pubblico squisitamente e dichiaratamente omosessuale durante la settimana chiamata “Gay Days”, dando il via ad una specie di Pride (con un notevole ritorno economico, anche dalla vendita di gadget “tematizzati”, tra i quali segnaliamo delle squisite bandiere rainbow dalla forma di Topolino). Disney World, inoltre, organizza in ogni periodo dell’anno matrimoni, sia per etero che per omosessuali.

Recentemente anche nel campo dei film dal vivo (con attori in carne ed ossa) si sono registrate delle evoluzioni in questa direzione: nel cast di “High School Musical” appare un personaggio, Ryan Evans (interpretato da Lucas Grabeel) che nel primo film della trilogia mostrava al mondo la propria forte passione per i cappelli stravaganti, le paillettes e le coreografie, e invitava a ballare un ragazzo con una forte passione per il baseball e una repulsione per la danza... C’è da chiedersi cosa potrà succedere nel terzo capitolo...

Pare comunque che nelle prossime produzioni in programma la Disney non voglia cambiare registro, come si capisce dall'annuncio recente dell'uscita di “Matadors” (sul mondo del basket) e “Synchronicity” (su quello del nuoto sincronizzato). In merito alla prima pellicola, la major ha detto che il film è basato sulla vera storia dei Chicago Bulls: una troupe maschile di cheerleader, fan accaniti dell’omonima squadra. Dal tono chiaramente comico, “Matadors” sarà accompagnato da diversi numeri musicali, le cui elaboratissime coreografie saranno affidate a Anne Fletcher, compagna della produttrice Jennifer Gibot (Adam Shankman sarà coproduttore).

Quanto al secondo film, sebbene non sia ancora stato scritto il copione, l’idea lascia immaginare un’imitazione, in versione maschile, dei film che vedevano protagonista Esther Williams, con l’unica differenza che qui il registro sarà caratterizzato, secondo la regista, da una comicità alla Will Ferrell o alla Ben Stiller. Anche se è ancora presto per dire se queste produzioni arriveranno sullo schermo, grande o piccolo che sia, appare già evidente la scelta “politically convenient” di non esplicitare palesemente se i personaggi siano omosessuali o meno (a differenza di quello che avviene in molti titoli di altre major).

C’è da chiedersi se queste produzioni, dedicate prevalentemente a bambini e famiglie, non aiuteranno a rompere dei taboo e a far percepire come normali comportamenti oggi ancora mal additati.

venerdì 1 agosto 2008

QUANDO MADONNA SE NE ANDRA'..

A volte l’idea che i nostri miti non siano poi così immortali proprio non ci sfiora. Continuiamo ad adorare figure senza tempo che devono avere trovato, oltre al fantomatico punto g, anche il tasto per fermare l’invecchiamento.

Naturalmente tra questi personaggi c’è anche lei, Madonna, l’emblema dell’anacronismo: una che da quarant’anni canta “Like a Virgin” è come minimo dimentica del fatto che ormai in lei di virgin c’è solo la narice sinistra.

Ebbene, come ogni essere vivente destinato a morire, anche Miss Veronica Ciccone, che sembra apparentemente violare le leggi del tempo, non riuscirà a sfuggire all'inesorabile richiamo di Colei che tutti vorrebbero evitare.

Immaginate come accadrà: probabilmente ancora presente nella scena musicale, la super star potrebbe venir meno a 95 anni. Ogni trasmissione verrebbe interrotta, i tg ci bombarderebbero con la notizia della sua morte per almeno due mesi (come minimo), almeno tre volte al giorno le radio trasmetterebbero una sua canzone (ma non lo fan già?), i canali musicali manderebbero in onda special sulla vita di Madonna: "A night with Madonna", "MTV special week: Madonna", "Wannabe: Madonna", "Madonna Music Award", "In the Coffin with Madonna", "Dead Like a Star: Madonna" “My Sweet Funeral: Madonna”, ecc...

Concentriamoci ora sulle conseguenze dell'evento. Intanto: come si celebrerà il funerale? Come tutti sanno, la cantante è legata alla Kabala... ma un funerale kabalistico come si svolge? Se fosse un funerale cristiano ogni Chiesa scaricherebbe l'onere ad un'altra (nessuna vorrebbe celebrare le esequie di colei che è salita sul palcoscenico crocefissa), i preti si nasconderebbero, il Papa urlerebbe "Anathema Sit"...

E poi ancora, qualora si fosse trovato un posto, immagino già le canzoni della messa: "Like a Virgin" eseguita da un coro di voci bianche, oppure in stile canto gregoriano; stessa sorte per "Hung Up", che sarebbe accompagnata da quel grazioso ondeggiamento di mani e busto da parte di tutti i presenti, Elton John (ultra-centenario e alimentato da un set di 15 bombole di ossigeno e sonde di sostanze vitali) comporrebbe una canzone in onore della regina del Pop, mentre Britney Spears darebbe sull'altare un bacio appassionato a Christina Aguilera (ovviamente entrambe sarebbero le chierichette della cerimonia, abbigliate con la tunichetta come richiesto).

Inoltre, nello stesso periodo si terrebbero tutti i gay pride del globo, che avrebbero come meta della loro marcia il luogo ove si svolge il funerale (trasmesso live da tutte le emittenti televisive). Cosi sulle note di "Ray of Light - gregorian version" la bara verrebbe accompagnata fino a dove sarà sepolta, probabilmente West Minister Abbey, vicino a Shakespeare.

Contemporaneamente ci sarebbe la più grande corsa alle reliquie di tutta la storia umana, e nei più noti santuari Sangennarini e Padrepieschi si venderebbero le ciocche dei capelli di Madonna, pezzi di pelle, qualche dente, vasetti contenenti i peli delle ascelle, del pube e delle gambe, tutti recuperati con metodi misteriosi ed inquietanti e tutti dotati di poteri miracolosi, ovviamente.

Si spargerebbe la voce che legando all’orecchino un pelo del “cancello di giada” di Madonna si possa divenire una icona gay, e molte star italiane, quindi, farebbero a gara per accaparrarsi uno di questi antichi monili. Sicuramente in prima fila avremmo Anna Tatangelo.

E poi, quando le acque apparentemente si saranno calmate e ognuno sembrerà pronto ad andare avanti cercando di colmare questo doloroso vuoto con qualcos'altro, si leverà la voce di un singolo... prima un venticello leggero, poi un brezza, poi un vento, ed infine un uragano che urlerà: "Madonna non è morta, ma ha raggiunto la stessa isola in cui vivono Marilin Morroe, Jim Morrison, Elvis e Moana Pozzi!". In lontananza, un vecchio cencioso (che solo dopo un'attenta analisi si scoprirà essere Edoardo Bennato) sibilerà con un filo di voce "Questa è l'isola che non c'è..."

Sarà l'apocalisse.