giovedì 26 febbraio 2009

I ritratti di Dorian Gray


"Basil Hallward è quello che credo di essere, Henry Wotton è come il mondo mi dipinge e Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere." Con queste parole Oscar Wilde descriveva al suo amico Robert Ross il più grande segreto del suo unico romanzo: i tre principali personaggi de "Il Ritratto di Dorian Gray" erano in realtà tre facce di Wilde stesso, tre suoi ritratti.
La trama narra di Dorian Gray, giovane dall'incredibile bellezza, soggetto del dipinto fatto dal suo amico Basil Hallward. Dopo aver sentito le teorie di Henry Wotton, secondo il quale l'unica cosa che rende la vita degna di essere vissuta è la bellezza e la ricerca del piacere, Dorian desidera che sia il ritratto, e non lui ad invecchiare. Il desiderio del giovane protagonista è soddisfatto, e da quel momento Dorian inizia a compiere svariate nefandezze ed omicidi sotto l'influsso di Lord Wotton. Ma il peso dei peccati, rispecchiati nell'orrido dipinto, diventa troppo forte per Dorian, che finirà per distruggere il quadro, uccidendo a sua volta sé stesso con il pugnale con il quale anni prima aveva posto termine alla vita dell'artista che l'aveva dipinto.
Il testo di Wilde, pubblicato inizialmente sul Lippincott's Monthly Magazine dal 20 luglio 1890, venne presentato sotto forma di romanzo l'anno successivo. La nuova edizione conteneva una prefazione nella quale Wilde spiegava la sua visione dell'arte, dell'artista e della bellezza in sé. In realtà quella che avvenne dal 1890 e il 1891 è una vera e propria opera di "limatura" degli aspetti
omoerotici del romanzo, che avevano causato notevoli critiche da parte degli intellettuali vittoriani. L'amore per il soggetto della tela passa così ad essere amore per la bellezza estetica dell'arte, ma ciò non riesce comunque ad eliminare del tutto aspetti presenti nella prima
versione del testo.
Lo stesso nome del protagonista, Dorian, si rifà ai Dori, antica civiltà greca: questo richiamo, per il critico Robert Mighall, sta a simbolizzare un richiamo all'amor greco che Henry Wotton e Basil Hallward provano per Dorian Gray, e che li porta a contendersi l'amore del giovane.
Il fascino esercitato dal romanzo e il gusto, presente in esso, per l'estetica dell'immagine ha fatto di "The Picture of Dorian Gray" un soggetto privilegiato per il grande ed il piccolo schermo, per musical teatrali e per nuovi romanzi (come "Dorian" di Will Self, del 2004, che rilegge il romanzo di Wilde in chiave interamente omosessuale).
Da notare che i primi film tratti dal romanzo (compreso il capolavoro di Albert Lewin, datato 1945, che vede la tela come unico elemento in Technicolor in un film interamente in bianco e nero) hanno prolungato la censura dell'omoerotismo, dando risalto al fascino estetico e decadentista della tela.
A partire dagli anni '70, comunque, le rappresentazioni hanno messo sempre più in risalto l'aspetto passionale intessuto tra i tre personaggi maschili. Anche la nuova versione cinematografica, diretta da Oliver Parker e prevista per il 2009, mostrerà questo sottotesto. Il nuovo film vedrà Colin Firth nei panni di Henry Wotton e Ben Barnes (che ha debuttato in "Stardust", ha preso i panni del Principe Caspian nel secondo capitolo de "Le Cronache di Narnia" e ha partecipato alla commedia di Noel Coward "Easy Virtue", titolo italiano "Matrimonio
all'Inglese") in quelli del giovane Dorian. Grazie al cielo, la censura del formalismo vittoriano non è più una realtà a distanza di centoventi anni.

lunedì 23 febbraio 2009

Che cinema: vittoria!


Un buon lunedì da Oscar per tutti voi! MILK di Gus van Sant premiato con l'oscar per il miglior attore protagonista a Sean Penn e per la migliore sceneggiatura (Dustin Lance Black)




"Penso sia il momento giusto per tutti coloro che hanno votato contro i matrimoni gay affinché si siedano e riflettano, e comincino a vergognarsi e a leggere la vergogna negli occhi dei loro nipoti, se dovessero mai continuare a portare avanti le loro posizioni. Dobbiamo avere diritti uguali per tutti".




"Quando avevo 13 anni, la mia splendida mamma e mio padre mi hanno portato da San Antonio in Texas alla California, e qui ho sentito della storia di Harvey Milk. E mi ha dato speranza. Mi ha dato speranza di vivere la mia vita, di vivere un giorno la mia vita allo scoperto e che magari di potermi innamorare e sposare".

sabato 21 febbraio 2009

Non divorziarci.

Oggi facciamo eco e ne siamo contenti. Mi è capitato di vedere in diversi spazi sulla rete un filmato che ho trovato da subito commuovente. L’autore è Ken Starr, avvocato statunitense noto per aver indagato sul Presidente Clinton, che si è ora messo a combattere contro a quel Sì che in California significherebbe la separazione forzata di ben diciottomila coppie formate da persone dello stesso sesso. Ed è da questa idea del divorzio imposto che è nata Fidelity: una deliziosa successione di immagini di coppie che chiedono di non essere divorziate: ne è uscito un video fatto di immagini di felicità, mariti, mogli, figli, nipoti: famiglie. Buona visione!

domenica 15 febbraio 2009

My boyfriend ovvero fine di un sondaggio


Il risultato del sondaggio appena concluso è chiaro. Il lettore medio del nostro blog nell’amore ci crede, ma gli manca la materia prima. Non è invidia della coppia, ma piuttosto nostalgia. E di conseguenza si comporta così nei confronti della Festa degli Innamorati: nella maggioranza dei casi sarebbe disposto a festeggiarla, ma gli manca una compagna o un compagno con cui trascorrere la giornata, poche invece sono le voci fuori da questo coro: chi crede che l’amore vinca tutto o chi invece si rifiuta di partecipare in quanto protestante non raggiungono una quantità credibile. Secondi agli sfidanzati arrivano solo i laici che guardano con sospetto a questo evento subodorando un’ennesima ingerenza di stampo clericale.
Per tutti oggi ci sentiamo di augurare pensieri positivi, lasciandovi con questo spassoso video musicale rifatto da simpatici ragazzi italiani che esalta le qualità del boyfriend che chiunque vorrebbe avere. Prendete nota e buttatevi alla ricerca!

venerdì 13 febbraio 2009

Viaggio negli USA

Riceviamo da Fabio Bezzi questo post, che pubblichiamo molto volontieri.

Alle persone sieropositive a tutt’oggi è ufficialmente vietato l’ingresso negli USA. Di questo scandalo nessuno parla così anche le persone che potrebbero essere interessante ne rimangono all’oscuro. Solo piccoli trafiletti in riviste dirette ad un pubblico gay ne accennano, mentre le grandi testate nazionali tacciono completamente la notizia.

Il divieto per legge comporta il fatto che se una persona è in terapia farmacologica è costretta a nascondere i farmaci all’ingresso negli Stati Uniti per non essere bloccati poiché gli schemi terapeutici sono uguali in tutto il mondo e i farmaci facilmente riconoscibili. La stessa LILA (Lega Italiana per la Lotta all’AIDS) consiglia questa procedura.

La legge, promulgata nel 1987 e confermata nel 1994 dal Congresso Americano, ha prodotto alcune sgradevoli e pericolose conseguenze, segnalate in una lettera al congresso stesso da ben 160 associazioni: esperti del virus dell’HIV, a loro volta sieropositivi, non hanno potuto presenziare a conferenze tenutesi sul suolo americano, e molti studenti stranieri non si sono sottoposti a controlli per la paura di essere espulsi dal Paese.

Il senatore Kerry, già candidato democratico alla Casa Bianca, e il repubblicano Gordon Smith hanno promosso l’abrogazione di questa norma nella proposta di legge che stanzia 50 miliardi di dollari in 5 anni per la lotta all’Aids in Africa e nei paesi del terzo mondo. Ora si aspetta la firma del presidente Bush per l’abrogazione definitiva, ma a tutt’oggi non ci sono notizie in questo senso. A questo link potete trovare le ultime novità pubblicate in rete: http://www.sieropositivo.it/?channel=26&ID=3446

Il divieto di ingresso per le persone con il virus dell'Aids e' in vigore, oltre che negli Usa, in altre nazioni, tra cui Sudan, Arabia saudita, Libia e Russia. Di seguito il link alla petizione internazionale che si può firmare on-line per chiedere l’abrogazione della norma clikkando su CAMPAGNA ONLINE: http://www.sieropositivo.it/?channel=29&ID=3375

mercoledì 11 febbraio 2009

Giù le mani dai pantaloncini

Omosessuali e gioco del calcio questa volta non c’entrano. Se n’è già parlato e se ne parlerà ancora. Quello che fa notizia, è un caso particolare: domenica scorsa, Catania e Torino si sono affrontate in un match che ha fatto discutere arbitri, cronisti ed opinionisti per un episodio quanto meno curioso.

Nell’area di rigore del Torino, mentre Mascara (no comment sul nome, grazie) calciava la punizione, Gianvito Plasmati (valga quanto detto prima) in barriera con altri suoi compagni si è abbassato leggermente i pantaloncini per ridurre la visuale al portiere Sereni. O per distrarlo. Forse grazie alla barriera a luci rosse o forse no… fatto sta che c’è stato il gol, il vantaggio del Catania.

Spinto a spiegare il proprio gesto nel dopopartita, l’attaccante ha fatto appello alla goliardia, smentendo la mancanza di rispetto nei confronti di avversari e pubblico e proseguendo a chiesto agli intervistatori “Vi pare ostruzione? No, non credo che lo sia. Vi è sembrato un atto osceno? Non mi sono denudato....” concludendo con un provocatorio “è forse vietato dal regolamento?”. Non è fallo, insomma.

La risposta alle sue domande è arrivata dal designatore arbitrale Pierluigi Collina che ha subito provveduto ad aggiungere al regolamento una norma che punisca un “atteggiamento, non codificato dal codice regolamentare ma che rappresenta comunque una mancanza di rispetto nei confronti degli avversari”.

C’era bisogno di agitarsi tanto? Mi viene da sorridere. Dal canto mio non mi abbasserò né i pantaloncini né a fare la classica battuta che il calcio si è ridotto oramai in braghe di tela, dato che nello specifico erano slip neri. Non ci credete? Controllate da voi.

http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Sport%20Videonews&vxClipId=2524_27f27af2-b4b2-11dd-9e97-00144f02aabc&vxBitrate=300

Fonte: http://www.corriere.it/sport/08_novembre_18/plasmati_spiega_pantaloncini_b64ef8fc-b54d-11dd-b26d-00144f02aabc.shtml

lunedì 9 febbraio 2009

Ciao Eluana

Milk Milano esprime la più calda vicinanza alla famiglia Englaro.
La volontà di Eluana è finalmente compiuta: è libera, come ha sempre voluto essere.

Ora spetta a noi continuare a lottare perché tutto il peggio dell'Italia che questa vicenda ha fatto emergere in modo ancor più evidente venga cancellato e ci siano tutele per tutti i cittadini davanti al fanatismo e ai tentivi di colpire la democrazia e l'autodeterminazione delle persone.

Grazie Beppino per l'esempio di infinita civiltà che ci hai dato.

Riposi in pace.

Milk Milano scende in piazza per Eluana e lo stato di diritto

Domani, dalle 17.30 alle 19.30 Milk Milano sarà in piazza Fontana per partecipare al presidio indetto dalla Consulta di Bioetica cittadina. Manifestazioni simili si terranno in contemporanea a Pisa, Verona, Bologna, Roma, Torino.

Tutti i tesserati, i simpatizzanti, gli amici sono caldamente invitati a partecipare. Milk Milano non può infatti astenersi dallo scendere ufficialmente nelle strade in difesa della dignità di Eluana e del dolore del padre Beppino, soprattutto davanti al barbaro ed inaudito assalto compiuto dai rappresentanti dell’attuale governo nei confronti delle garanzie di divisione dei poteri espresse nella nostra Carta Costituzionale e del ruolo e della persona del Presidente della Repubblica, oltre che davanti all’ennesima indebita, violenta, e sprezzante ingerenza dell’estremismo religioso nella vita politica e sociale dell’Italia.

Milk Milano è nato per contribuire ad un mondo libero, retto da regole che consentano la civile convivenza e favoriscano la piena affermazione della dignità umana in ogni suo aspetto: contrastare a capriccio una sentenza passata in giudicato, sferrare continui attacchi all’equità data dai principi democratici del nostro paese, imporre ideologie teocratiche, ferire nell’intimo chi deve prendere difficili e dolorose scelte, spargere informazioni pseudoscientifiche per “colpire allo stomaco” le persone meno preparate, sono tutti atti indegni della società civile a cui aspiriamo come cittadini e come minoranza discriminata.

Per questi e per mille altri motivi, per il nostro senso del dovere civico, per il dovuto rispetto alle istituzioni, alla laicità, alla magistratura, alla famiglia Englaro e, soprattutto, a Eluana (cui si nega una morte dignitosa in forza del pessimo vizio cattolico di imporre con indebite ingerenze ed arroganza la propria visione del mondo negli ambiti più sacri della vita di una persona, ivi inclusi l’amore e la morte) domani saremo in piazza con le nostre bandiere.

Stefano Aresi, portavoce di Milk Milano

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"In tutto lo stato la gente legge di me, e ciò che si legge non è incentrato sul mio essere gay. Riguarda semplicemente una persona gay che sta facendo il proprio dovere" Harvey Milk

lunedì 2 febbraio 2009

Don't ask, don't tell: quando i militari hanno tanto talento e pochi vestiti.

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